Le lesioni legamentose del polso, spesso misconosciute e sottovalutate, rappresentano una delle problematiche più frequenti che colpiscono questa articolazione, superando in incidenza persino le fratture.
Il rischio di sottovalutare un polso instabile
“Un polso instabile è un polso dolente – spiega il Prof. Rossello – e compromette significativamente la forza e l’efficacia delle attività manuali del paziente”. Non riconoscere tempestivamente una lesione legamentosa può avere conseguenze devastanti: “il danno iniziale può evolvere fino alla distruzione totale dell’articolazione, con esiti irreversibili che possono richiedere il bloccaggio definitivo del polso”.
Tecniche di riparazione avanzate
La chirurgia moderna offre tecniche efficaci per affrontare le instabilità legamentose, che interessano principalmente l’osso scafoide e semilunare. “Le tecniche di legamentoplastica rappresentano un punto di svolta: queste prevedono l’utilizzo di segmenti di tendini o strumenti artificiali per ricostruire i legamenti e ristabilire la meccanica del polso” sottolinea il Professore.
Tuttavia, queste procedure richiedono competenze altamente specializzate, che solo esperti in chirurgia della mano possono garantire. “Sono interventi complessi, ma grazie alle moderne tecnologie possiamo restituire ai pazienti una qualità di vita decisamente migliore, evitando il deterioramento articolare a lungo termine”.
Riabilitazione: il ruolo fondamentale del fisioterapista
Un elemento imprescindibile nel percorso di guarigione è la riabilitazione post-operatoria, un tema che Rossello considera centrale: “Il successo dell’intervento dipende al 50% dalla chirurgia e al 50% dalla riabilitazione. Senza un fisioterapista competente, il risultato non può essere ottimale. Non ci si può affidare al caso o a soluzioni improvvisate. Quando opero, ho bisogno di sapere chi prenderà in carico il paziente, garantendo continuità e precisione nel trattamento”.